BRACCIANO

Essendo la residenza della famiglia Odescalchi, Bracciano, insieme al vicino centro di Manziana, dove risiedeva la meno importante famiglia Tittoni, iniziò, nella seconda metà dell’800 a richiedere un collegamento ferroviario con Roma e Viterbo. Varie furono le ipotesi sul tracciato da seguire: nel 1863 venne ipotizzato il collegamento  Viterbo - Bracciano - Palo Laziale, dove dal 1859 era in esercizio la ferrovia Roma Civitavecchia. Il tracciato da Bracciano avrebbe ripiegato verso il mare toccando Cerveteri e quindi Palo (la città di Ladispoli era ancora lontana dal nascere). Tale tracciato, era la migliore alternativa al percorso Viterbo Roma via Tuscania e Tarquinia. Gli ingegneri Bettocchi e Polsoni, incaricati di valutare quale fosse la soluzione migliore, la indicarono nella Viterbo - Bracciano - Palo, meglio ancora nella Viterbo - Bracciano - Roma. Mentre ancora si discuteva sulle diverse soluzioni possibili la presa di Porta Pia, il 20 settembre 1870, portava l'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia. Con le mutate condizioni politiche, ebbe nuovo impulso l'aspirazione delle popolazioni poste tra Roma e Viterbo ad uscire dall'isolamento. La ripresa d'interesse e d'azione per la realizzazione del progetto venne sempre più caratterizzata dalla costante e forte azione di Tommaso Tittoni, consigliere provinciale, poi deputato e senatore, grande sostenitore della Viterbo – Bracciano - Roma nella veste di segretario e poi presidente del consorzio dei Comuni interessati alla costruzione della ferrovia. Tuttavia la Roma - Bracciano - Viterbo non era ancora inserita nelle opere da costruire in breve tempo e pertanto vennero valutati progetti possibilmente meno dispendiosi, quali una tranvia a vapore da Roma sul percorso della via Trionfale e Claudia Braccianense. Torna quindi alla ribalta il progetto per collegare Bracciano a Palo Laziale ma viene bloccato dall’Ispettorato Generale delle Strade Ferrate in quanto serviva solo i centri di Bracciano e Cerveteri e non rientrava nei parametri di pubblica utilità stabiliti dalla legge (anche perché a quel tempo la costa laziale era ancora piena di paludi e semideserta). Fu così che si arrivò al 1887, anno in cui si sbloccarono i finanziamenti per la linea , con contributo statale di 3000 lire al km erogabili per 70 anni. Nel 1889 viene siglata la convenzione per la costruzione della linea Roma - Viterbo e diramazione Caprinica - Ronciglione. Della costruzione si incaricò la nota Società Strade Ferrate Mediterranee seguendo il progetto dell’ing. Salvini. Tuttavia il progetto prevedeva la collocazione della stazione di Bracciano nella spianata dell’Olmata a 1 km di distanza dal paese. La popolazione richiese di avvicinare la stazione al paese e la Società si disse favorevole solo se la variante non avrebbe comportato un aggravio dei costi. Ma tanto era sentita la necessità di avere un collegamento ferroviario che il Comune e il Principe Odescalchi cedettero i loro terreni nella zona del Fontanone alla società e quindi la questione fu risolta. Finalmente il 29 aprile 1894 venne inaugurata la Roma – Bracciano - Viterbo.  Il treno inaugurale arrivò a Bracciano verso le 8 e 30 del mattino acclamato da una folla di gente e alla presenza delle famiglie Tittoni e Odescachi. La stazione di Bracciano sorge in pieno centro a due passi dal castello, poco dopo il PL sulla strada che conduce alla via Claudia. Data la sua importanza la stazione venne dotata di tre binari e di un piccolo scalo merci lato Viterbo. Vista la posizione, la stazione ha da sempre contato su un’elevata utenza, sia in direzione Roma che in direzione Viterbo. La ferrovia terminava nella stazione di Roma Trastevere sita allora in piazza Ippolito Nievo a Roma, sostituita poi dalla nuova stazione Trastevere  aperta nel 1890 insieme all’anello sud. Ciò permise ai treni di giungere a Termini o Portonaccio (l’antico nome della stazione Tiburtina). La situazione rimase immutata fino agli anni 30 con l’entrata in servizio delle automotrici diesel, anche se la trazione a vapore resistette straordinariamente fino ai primi anni 70. Passata la furia della guerra, inizia il boom economico e la motorizzazione di massa, ma le ripercussioni del trasporto su gomma si ebbero solo sul trasporto merci, che di li a 20 anni sarebbe terminato del tutto. Il pendolarismo era ancora un fenomeno lontano dal venire e normalmente i treni della mattina verso Roma e verso Viterbo erano effettuati con loco+2 centoporte. Negli anni 60 l’urbanizzazione della zona nord est di Roma fu accompagnata dalla creazione di alcune fermate sulla ferrovia quali Pineta Sacchetti (Gemelli), e Balduina. La vecchia stazione di Sant'Onofrio venne rinominata Monte Mario. Vennero cosi istituite delle corse locali tra Roma e La Storta o Bracciano. Tuttavia con l’aumento dell’utenza la linea doveva subire grandi miglioramenti. Si decise per la trasformazione in ferrovia metropolitana nel tratto urbano  con doppio binario, nuove stazioni e trazione elettrica. Tuttavia si profilò nella prima metà degli anni 90, la chiusura del tratto La Storta - Viterbo. A seguito delle proteste popolari venne deciso di mantenere in vita il tratto a nord di La Storta, ma con trazione diesel, poi si decise per l’elettrificazione totale. I lavori si conclusero nel marzo 2000, con la totale trasformazione del tratto urbano della ferrovia. Tuttavia quello che doveva essere un miglioramento si è trasformato in un paio d’anni, in un peggioramento delle condizioni di viaggio, di tempi di percorrenza e della puntualità. Il cadenzamento orario e l’aumento dell’offerta posti ha comportato un inaspettato aumento dell’utenza nelle stazioni extraurbane, in primis Bracciano e Anguillara, tanto che dal 2001 per rimediare all’affollamento dei treni per Viterbo si è dovuto prolungare il servizio ogni mezz’ora alla stazione di Bracciano, che è tornata ad essere capolinea di alcune relazioni per Roma. La stazione è rimasta tale e quale a quella che era 50 anni fa, solo che nonostante l’utenza è impresenziata e non c’è più il servizio biglietteria. Inoltre la zona intorno alla stazione è afflitta da cronico traffico automobilistico a causa della mancanza di parcheggi per gli utenti della ferrovia e del PL. Il sogno degli Odescalchi si è trasformato ( e non si esagera più di tanto) nell‘incubo quotidiano di migliaia di pendolari. Ma la bellezza del panorama lacustre e del castello, che può essere ammirato in tutto il suo splendore dal treno fanno presto dimenticare gli eventuali disagi.

DATI TECNICI

APERTURA 29 aprile 1894
STATO ATTUALE In uso
LINEA FERROVIARIA Roma - Viterbo
GESTORE RFI
CLASSIFICAZIONE Stazione ferroviaria
TIPOLOGIA In superficie
Passante
LOCALIZZAZIONE Via Obescalchi, Bracciano (RM)
FLUSSI PASSEGGERI ANNUO Non pervenuto
BINARI PASSEGGERI 4 passanti
BIGLIETTERIA Aperta tutti i giorni dalle 6:15 alle 19:50
SERVIZI Sala d'attesa
Deposito bagagli
WC
PUNTI VENDITA Bar
Edicola
PARCHEGGIO Assente
INTERSCAMBIO Autobus urbani
Autobus extraurbani per Anguillare, Viterbo, Trevignano, Roma

 

GALLERIA FOTOGRAFICA

La stazione di Bracciano

 

Foto d'epoca della stazione di Bracciano (foto da www.comunedibracciano.it)

 

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